L’educazione ricevuta si vede in adolescenza

Da poco è stato pubblicato un interessante libro dal titolo "L'autorità perduta". Parla dell'educazione dei bambini.

Perché parlare di bambini su un blog pensato per chi ha a cuore gli adolescenti? Perché adolescenti si diventa e ciò che determina l'adolescente di oggi è l'educazione ricevuta dal bambino di ieri

Un libro un po' contro corrente, sicuramente utile

autoritaperduta

Paolo Crepet torna a occuparsi di educazione e di famiglia, stavolta con un taglio piú «arrabbiato» nei confronti della deriva accondiscendente e consumistica del rapporto genitori-figli.
Sono i padri e le madri a non voler piú crescere?

PREFAZIONE
Bambini maleducati, adolescenti senza regole, ragazzi ubriachi e indifferenti, giovani senza occupazione che, invece di prendere in mano la propria vita, vegetano senza studiare né lavorare. Genitori che si lamentano di una generazione arresa e senza passioni, che sembra aver perso anche la capacità di stupirsi.
Ma ad arrendersi per primi sono stati proprio i genitori, che con la loro accondiscendenza hanno sottratto ai figli l'essenziale, ossia il desiderio, salvaguardando un quotidiano quieto vivere privo di emozioni e ambizioni dove rimbomba soltanto l'elenco delle lamentele contro la società e la politica. Come se questo mondo non l'avessero creato proprio loro.


Un pamphlet severo ma anche pieno di speranza, con cui Crepet ribadisce tenacemente che educare significa soprattutto preparare le nuove generazioni alle difficili, ma anche meravigliose, sfide del futuro.
«La responsabilità di tale degrado educativo ricade indubbiamente sugli adulti che scelgono il ruolo piú facile, quello di mantenere i figli a vita, ma anche i giovani fanno la loro parte: accettano di essere pagati, rinunciano ai sogni per una manciata di euro o qualche metro quadro di appartamento.
Qualcuno ha proposto una sorta di terrificante patto faustiano: i genitori garantiscono ai figli denaro e un po' di libertà (rubando però loro il futuro) in cambio della firma di un "armistizio sociale"; i figli ottengono un beneficio economico in cambio della rinuncia alla libertà.
Per la prima volta nella storia non ci sarà confronto tra generazioni, ma pace: ciascuna delle parti otterrà ciò che vuole sottoscrivendo un dannato e miserabile accordo».

La morte del futuro ha cancellato nei ragazzi l’idea di crescita – LASTAMPA.it

Il giorno 16/03/2010 sulla stampa è comparso questo editorila di M. Gramellini.

Vale la pena leggerlo, commenta la notizia di una ragazza di 12 anni che "vendeva" prestazioni sessuale per 5 euro.

Il punto centra del suo commento è, a mio avviso, questo: la morte del futuro ha cancellato nei ragazzi l’idea di crescita
I "nostri" ragazzi vivono in mezzo a coetanei che non hanno speranza per il futuro. A me è stato detto: "per avere 20 anni ed essere come loro, meglio rimanere adolescente!" e parlava di 20enni della chiesa!

Siamo in grado di dare ai ragazzi un'idea di futuro? Siamo un modello di uomini e donne, di adulti, che vivono un presente che ha significato?

Conosciamo i nostri ragazzi? Noi dovremmo insegnare loro a vivere avendo in mente non solo il futuro, ma l'eternità!

Cinque euro – LASTAMPA.it.

Arriva una lettera firmata. Racconta di una mamma che, facendo pulizia nella stanza della figlia dodicenne, trova una busta con un migliaio di euro in tagli da 5. Pensa a un furto e ad altre cose orribili, tranne all’unica che, messa alle strette, di lì a poco la ragazzina le confesserà: i soldi sono il ricavato di prestazioni sessuali eseguite a scuola.
La madre è sconvolta dalla scoperta e dalla reazione della figlia: di normalità. Incolpa il Grande Fratello e i politici (una volta avremmo detto «la società») per il pessimo esempio che danno.

Sorvolando sulle responsabilità di quella famiglia, che sicuramente ci saranno ma che non abbiamo strumenti per valutare, un’osservazione si impone inesorabile: la morte del futuro ha cancellato nei ragazzi l’idea di crescita. Un tempo la vita era un percorso e ogni fase consisteva in un passaggio che tendeva a uno scopo: il raggiungimento della consapevolezza di se stessi e di che cosa si voleva diventare. A un certo punto il meccanismo è saltato.

La vita ha smesso di essere una scala da salire un gradino dopo l’altro ed è diventata un’arena piatta e senza confini. Ma se manca l’idea di un percorso da compiere, l’unico navigatore diventa l’utilitarismo. Voglio soldi e me li procuro nel modo più facile. Vendo sesso (o lo compro) senza pensare alle conseguenze, perché già la parola «conseguenze» presuppone una coscienza del tempo e dello spazio che non posseggo più. Purtroppo in un mondo che – a casa, in politica, in tv – non fa che togliere ringhiere da tutte le parti, è molto più facile cadere.