No alcol, no droga. Sì ballo, no sballo La parrocchia inventa la sua discoteca – Corriere Fiorentino

No alcol, no droga. Sì ballo, no sballo La parrocchia inventa la sua discoteca – Corriere Fiorentino.

San donnino

No alcol, no droga. Sì ballo, no sballo
La parrocchia inventa la sua discoteca

Un posto per under 18 capace di promuovere «momenti di incontro, aggregazione e divertimento con la musica e il ballo, senza alimentare la cultura dell’eccesso e dello sballo»

FIRENZE – Niente alcol, nè droghe. No allo sballo ma sì al ballo. Nasce così l’idea di una discoteca per under 18, alla periferia di Firenze, capace di promuovere «momenti di incontro, aggregazione e divertimento con la musica e il ballo, senza alimentare la cultura dell’eccesso e dello sballo, per sviluppare nei giovani un senso critico alla scelta e la gioia di divertirsi stando insieme».

IL PROGETTO – È l’obiettivo del progetto «Voglio vivere così: Be a normal teen spirit» promosso dalla Fondazione Spazio Reale che ha sede nella parrocchia di San Donnino, alla periferia di Firenze, in collaborazione con lo Spazio service srl e con l’associazione Associazione Spazio giovani, un ramo di Spazio Reale costituito tutto da giovani.
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I nostri figli senza maestri

Ecco un articolo molto profondo che ci aiuta a capire il comportamento di certi giovani e quale sia la nostra responsabilità
Qui c’è lo spazio per i nostri commenti


Da Il corriere della sera del 30/04/09
RAGAZZI E I SILENZI DEGLI ADULTI
I nostri figli senza maestri

di Isabella Bossi Fedrigotti

Della politica, di ogni suo minimo sussulto, controversia o screzio, si discute per giorni, si ragiona, si polemizza. Dei giovani e giovanissimi, dei loro problemi, dei loro allarmi, della loro violenza, dei terrificanti crimini che riescono a commettere quando ancora, almeno in teoria, devono rispettare l’orario di rientro dettato dai genitori, dopo un momentaneo commento incredulo e sbigottito, si tende, invece, a tacere. E così gli accoltellamenti, le rapine, le aggressioni, gli stupri di gruppo, gli assassini per opera di adolescenti o poco più transitano veloci, giorno dopo giorno, negli spazi delle cronache nere senza che ci prendiamo la briga di riflettere davvero su cosa sta succedendo nella nostra società. Di loro, dei ragazzi, quando li arrestano, si coglie per lo più la freddezza e l’indifferenza, non solo per le vittime ma anche per i propri cari e il proprio destino, quasi che qualsiasi cosa—compreso il carcere — fosse preferibile all’insopportabile noia che li affligge. E sembra specchiarsi, quest’indifferenza, nel loro abbigliamento, sempre uguale, jeans, scarpe sportive e felpa, del tutto indifferente a diversi luoghi e occasioni: casa, scuola, lavoro, pub, sport oppure discoteca.
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