Parlare A o parlare CON?

Parlare A qualcuno vuol dire semplicemente parlare, dire tante cose e ascoltare poco.
Parlare CON vuol dire porsi sullo stesso piano: permettere agli altri di mettere in discussione le proprio convinzioni.
 
Parlare A qualcuno vuol dire semplicemente parlare, dire tante cose e ascoltare poco.
Parlare CON vuol dire porsi sullo stesso piano: permettere agli altri di mettere in discussione le proprio convinzioni. Se parlo di fede A qualcuno gli dirò tante cose, probabilmente giuste, se parlo di fede CON qualcuno gli permetterò di fare domande, mostrarmi i suoi dubbi, evidenziare i miei e le mie eventuali contraddizioni.
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Salmi – meditazioni bibliche

Il libro dei salmi è molto particolare, non sempre semplice.

L'autotore, spesso Davide, si lamenta, si arrabbia con Dio, è adirato con i suoi nemici. A volte pensiamo che questi non siano sentimenti da "bravo credente" ma Davide era "un uomo secondo il cuore di Dio"

Leggere i salmi ci può aiutare a capire come gestire, davanti a Dio, le nostre emozioni, le difficoltà e molto altro.

Sono presenti metidazioni per ben 30 giorni!

Puoi scaricare le meditazioni qui


Grande avventura con Dio

Questa sezione contiene delle meditazioni bibliche quotidiane, utilizzate a TeenStreet e chiamate Grande avventura
Come mai questo nome?

Ci sono molte avventure da intraprendere nella vita: montagne da scalare, oceani da attraversare, animali da domare e spazi da esplorare, ma la più grande avventura è molto più di tutto questo.
L'avventura più grande è la nostra relazione quotidiana con il Dio onnipotente, un'avventura che si basa su un'amicizia reale con Gesù, resa possibile da un Padre d'amore tramite l'opera misteriosa e meravigliosa dello Spirito Santo e grazie al sacrificio di Cristo sulla croce.

L'avventura è così grandiosa che non possiamo far altro che definirla GRANDE. Dio non sarà  mai scalato, attraversato, domato o completamente esplorato, eppure Egli vuole essere conosciuto da vicino. La Grande Avventura è la tua esperienza quotidiana con la potenza eterna e la conoscenza di tutta una vita.
Sei pronto per l'Avventura? Dio non vuole essere osservato solo da lontano,desidera una relazione intima con noi. In che modo prendiamo parte a questa GRANDE Avventura?
Come in tutte le grandi amicizie ci vogliono tempo e comunicazione. Non perché dobbiamo ma perché vogliamo. Ci sono quattro aree da esplorare nella GRANDE Avventura, ed ognuna di esse è importante nel processo d'amicizia. Non importa l'ordine della comunicazione o il tempo che passi in ogni area; il fatto importante da ricordare è che Dio vuole trascorrere del tempo con te ogni giorno. E tu vuoi trascorrere del tempo divino con Lui?

Ogni giorno ti verrà indicato il passo da leggere e avrai spunti di riflessione e preghiera. Usa carta e penna!

Ecco qui l'elenco delle meditazioni


Scelto allo stato puro

Non è facile trovare modi nuovi, freschi e interessanti per dire ai nostri figli "sempre le stesse cose".

Come parlare di sessualità, scelta del fidanzato, modo di vestirsi, senza essere bacchettoni e noiosi?

Scelte allo stato puro è un libro che raggiunte questo scopo. Scritto in maniera scorrevole, simpatica, giovanile, pieno di buon senso e di amore verso il lettore e la lettrice.

Lo scopo dell'autrice è incoraggiare gli adolescenti (e non solo) a vivere la sessualità secondo il piano di Dio, ma sono si limita al "no". In modo molto simpatico parla di aspettative, di cosa volere da se stessi e dagli altri, del proprio rapporto con Dio e di come tutto questo abbia poi conseguenze pratiche anche sulla sessualità.

Libro molto pratico e profondo. Un ottimo strumento per tutti. Lettura consigliata per i ragazzi.

Il libro è disponibile qui e qui

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Non prediamoci troppo sul serio

Proponiamo un interessante articolo che ci può far riflettere su come mostriamo la fede ai più giovani e a chi ancora non crede.
A volte siamo troppo occupati a dimostrare che siamo "spirituali" a "fare cose spirituali" che ci esaurimo e perdiamo la gioia di essere figli di Dio.
Il testo va letto tenendo conto che l'autrice vive negli USA, ma gli spunti valgono per tutti.

Di seguito la traduzione

Perché i Cristiani si prendono così sul serio?

Quando Gesù dice: “Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”, ci crediamo veramente?
“Non mi sembra che la gente mi prenda sul serio”
Ultimamente ho sentito spesso questa frase. Parlando con una mia amica che è decisamente stufa della chiesa e molto stanca, esaurita, mi ha detto “Basta, ho smesso di sbattermi per fare in modo che la gente prenda sul serio me e la mia fede”.
Non mi sento di biasimarla. La cultura delle nostre chiese è diventata estremamente seria, forse competitiva, e non nel modo giusto.

Non fraintendetemi, non sto dicendo che dobbiamo scherzare sui problemi e sulle difficoltà. Ci sono tempi che richiedono risposte sobrie, ma non capita sempre. A volte sembra che tra i Cristiani si instauri una gara tra chi, in settimana, ha pregato di più o tra chi andrà in un viaggio missionari nei posti più estremi della terra.
Se non riesci a competere con i Cristiani “seri”, puoi facilmente cominciare a pensare che nessuno ti prenda sul serio. Forse il desiderio di essere presi sul serio può avere motivazioni sbagliate.

La versione The Message traduce Michea 6:8 in questo modo “Non ti prendere troppo sul serio, prendi Dio sul serio”.
Mi chiedo se le persone che non conoscono Gesù sarebbero più attratte da Lui se vedessero Cristiani vivere questo passo.
Parte della Buona Notizia di Gesù è che il Suo peso è facile e leggero! Raramente ho incontrato persone che vivono veramente questa verità e tutti loro hanno una cosa in comune: non si prendono troppo sul serio. A dire il vero sono anche un po’ strani. Ridono un sacco e si meravigliano per le piccole cose. Non si aspettano enormi cambiamenti nella cultura o nel ministero. Non si comparano con agli altri. Prendono Dio sul serio e, per questo motivo, vivono liberi.

Mi chiedo: perché non possiamo anche noi vivere in questo modo? Come possiamo evitare di prenderci troppo sul serio? Ecco alcuni pensieri.

Dove fingiamo?

Solitamente ho 2 motivazioni per ogni attività spirituale a cui prendo parte. La prima è: lo faccio perché mi piace e Dio mi ha dato una passione per quello. L’altra è dovuta al mio desiderio che gli altri mi prendano sul serio e pensino che io sia spirituale. In altre parole si tratta di vivere nella paura dell’uomo.
La seconda motivazione porta su un sentiero molto pericoloso. Nella prima motivazione, agisco seguendo la passione che ti ha dato Dio. Nella seconda agisco per paura, vergogna e sotto pressione.
Spesso queste situazioni finiscono male, lasciandoti esaurito. Ti ritrovi esausto, fingendo di essere chi non sei e questo non è ciò che Dio desidera per noi. Peggio di tuto, non ti diverti. Io sono convinta che Dio sia un padre gioioso e vuole che i suoi figli gioiscano nel fare ciò a cui sono chiamati.

Goditi la vita

La gente crede a chi si diverte e gioisce in quello che fa. Ultimamente sono stata al solito bar. Quel giorno c’era una promozione sulle focaccine. Io non volevo una focaccina, volevo il solito caffè da portare via. Quando è arrivato il mio turno, la barista ha cominciato a scherzare dicendo “oggi è il giorno giusto per adottare una focaccina”. Poi mi ha raccontato una triste storia su una focaccina orfana. Prima che me ne accorgessi, sono uscita con una focaccina. La barista si stava divertendo un sacco e la cosa è stata contagiosa.

Se la barista è riuscita a farmi comprare una focaccina che non volevo, solo perché si stava divertendo e aveva un approccio leggero, fresco, alla sua attività di tutti i giorni, quale sarebbe l’influenza di molte chiese se i Cristiani fossero più spensierati? Anche nella nostra esperienza personale, avremmo molta più influenza e porte aperte (specialmente con i non credenti) se fossimo felici in Dio e della vita che ci ha donato!
Non vuol dire che dobbiamo nascondere le difficoltà della fede, ma semplicemente non rimaniamo sorpresi quando la gente non è interessata ad una fede che presentiamo come completamente priva di gioia.

Prendiamo Dio sul serio

Il bello di Michea 6:8 è che se prendiamo Dio veramente sul serio, siamo liberi di vivere senza pressioni.
C’è chi si allontana dalla chiesa quando scopre le montature spirituali che ci sono. Però le persone erano attirate da Gesù perché era una persona normale. Si sedeva sull’erba con le persone e mangiava con loro.

Il punto è che era facile essere suo amico. A lui piaceva uscire con dei pescatori, avere profonde conversazioni con i suoi amici. Erano i super religioso ad avercela con Lui. Se qualcuno avesse mai avuto il diritto di prendersi più seriamente degli altri e aspettarsi lo stesso trattamento, questo era Gesù! Ma lui non chiede niente a nessuno.
Siamo onesti: a volte ci prendiamo troppo sul serio. E ci aspettiamo che gli altri facciano lo stesso e se non capita ci sentiamo feriti.
Però noi siamo stati presi sul serio. Quando Gesù è morto per noi, Lui ci ha preso veramente sul serio. Per questo non sembra più essere sufficiente e costruiamo qualcuno che non esiste per sentirci importanti. Purtroppo questa vita porta a disillusione, esaurimento e questo non attrae chi non crede in Gesù.

Quindi togliamoci le nostre maschere, gli inganni e prendiamo Dio sul serio, non noi stessi. Lasciamo un po’ andare le “pretese” spirituali e staremo un po’ meglio. Saremo più chi siamo veramente e questo è il modo migliore di mostrare Gesù a questo mondo che soffre.


Le cattive compagnie

Quando si ha a che fare con adolescenti e ragazzi, spesso parliamo delle "cattive compagnie" (come se l'argomento non riguardasse gli adulti!).
Diciamo quindi di evitare certi posti e certe persone, e spesso di tratta di una lotta continua e difficile.
La Bibbia stessa ci mette in guardia dalle cattive compagnie, ma non dice solo questo.

In un bellissimo articolo dal titolo (tradotto con qualche libertà) "Il peccato non è contagioso come il raffreddore" Barnabas Piper parla di un concetto molto interessate (e preoccupante), la "quarantena culturale".
Molti cristiani vivono in una quarantena culturale perché "certe persone non si possono frequentare", "li non possiamo andare" e cerchiamo di imporre la stessa quarantena, forse anche con buone intenzioni, ai giovani.

Questo però ha una conseguenza, non proprio positiva: facciamo sentire gli altri "sporchi". Non è proprio il modo migliore per attirare le persone a Gesù che era famoso per essere "l'amico dei peccatori". Se osserviamo Gesù, Lui non ha mai approvato il peccato ma ha frequentato persone di cui noi ci vergogneremmo.

Forse è il caso di seguire il suggerimento dell'autore e vedere la questione da un punto di vista teologico. Il peccato è dentro di noi, siamo peccatori, redenti, ma pur sempre peccatori. Stare vicino ad altri peccatori, non ci "infetta". Noi possiamo scegliere di comportarci in un certo modo, possiamo decidere se seguire lo Spirito Santo o meno.

E' vero che La Bibbia ci invita a fuggire le tentazioni (classico esempio è la fuga di Giuseppe dalla moglie di Potifar), ma questo non vuol dire che dobbiamo evitare qualsiasi contatto con "i cattivi" e imporre la stessa cultura agli altri.

Educare vuol dire anche insegnare a prendere le giuste decisioni. A volte questo significa allontanarsi da certe persone e certi posti, spesso però vuol dire rimanere fedeli a Dio in mezzo a chi non lo è, senza mostrarsi superiori.

Noi siamo NEL mondo, i nostri ragazzi ancora di più. Questo non possiamo evitarlo, possiamo però insegnar loro come scegliere il meglio (non peccare) e fidarci di loro, di ciò che abbiamo insegnato e di Dio che lavora nelle loro vite.